Un team dell’Università di Swansea in Galles ha sviluppato un nuovo metodo per riparare le ossa rotte utilizzando una pistola per colla modificata e bioinchiostri. Questo approccio promette di accelerare i tempi di guarigione e potenzialmente di ridurre la necessità di procedure chirurgiche invasive.
La riparazione ossea tradizionale spesso si basa su placche o viti per tenere insieme le estremità fratturate, lasciando ai pazienti periodi di recupero prolungati. I ricercatori immaginano un futuro in cui un’impalcatura stampata in 3D infusa con cellule viventi potrebbe essere applicata direttamente al sito rotto. Questo materiale biocompatibile fungerebbe da ponte naturale per la ricrescita ossea, favorendo una guarigione più rapida e completa.
Il processo prevede l’utilizzo di una stampante 3D specializzata per estrudere un “bioinchiostro” – una sostanza simile al gel contenente cellule ossee viventi e altre molecole bioattive. Questo bioinchiostro imita la struttura del tessuto osseo naturale. La pistola per colla modificata consente il posizionamento preciso di questo biomateriale, consentendo agli ingegneri di creare impalcature personalizzate su misura per il modello di frattura unico di ciascun paziente.
I bioink sono essenzialmente una “colla” biologica. Contengono non solo materiali che imitano la composizione minerale dell’osso (idrossiapatite), ma anche fattori di crescita e altri segnali cellulari per stimolare la guarigione. Questo approccio innovativo sfrutta le naturali capacità rigenerative del corpo, riducendo potenzialmente al minimo le cicatrici e il rischio di complicazioni associate agli impianti tradizionali.
Questa ricerca è ancora nelle sue fasi iniziali, con test di laboratorio attualmente in corso per perfezionare i bioinchiostri e il processo di stampa. Tuttavia, il potenziale impatto sul trattamento delle fratture ossee è significativo. Un metodo più rapido e meno invasivo per la riparazione ossea potrebbe migliorare notevolmente i risultati dei pazienti, ridurre i costi sanitari e rivoluzionare il modo in cui affrontiamo le lesioni muscoloscheletriche.
I passaggi successivi prevedono l’ottimizzazione delle impostazioni della stampante e della composizione del bioinchiostro per garantire impalcature forti e stabili che si integrino perfettamente con il tessuto osseo esistente. Ulteriori ricerche si concentreranno anche sulla valutazione della durabilità e della funzionalità a lungo termine di questi costrutti stampati in modelli animali prima che possano iniziare le sperimentazioni sull’uomo





























